Oggi è il grande giorno. Ogni anno diverso, scatta quando il sole impallidisce e i suoi caldi raggi vengono avvolti in gomitoli nascosti che torneranno a scaldare in primavera. Il giorno cambia sempre ma il luogo di ritrovo è lo stesso: il grande albero. C’è un gran cinguettare che riempie il cielo, tanti i parenti da salutare, moltissime le raccomandazioni da fare ai giovanissimi, facili a distrarsi e perdersi nel lungo tragitto. Una strada lunghissima misteriosa, ogni anno la stessa ma sempre diversa, fatta di ali conosciute e moltissime nuove, alcune purtroppo divenute solo un ricordo. Sulla cima si mettono loro: i navigatori. Sono quelli che danno il segnale, che guidano, quelli che non si perdono. I più precisi e puntuali hanno già preso posto sui rami, che grondano piume ma compiaciuti dondolano all’idea di essere stati scelti di nuovo, da sempre e magari per sempre, chissà. Sguardi, migliaia, milioni che dicono stammi vicino, che rassicurano non ci si può perdere, alcuni volgono al futuro quelli del primo viaggio, altri al passato, quelli dell’ultimo volo. Ma, nel fermento della partenza, un cinguettio, sentito, sincero, un vociare deciso non lo si nega a nessuno. Nemmeno agli uomini costretti ad alzare la testa, a ricordarsi del cielo e dell’immensa meraviglia che li circonda sempre, ogni giorno, ogni frammento di tempo che vola via leggero come un battito d’ali.