Ieri al telefono parlavo con una cara e dolcissima amica, una di quelle anime con cui ti senti incredibilmente in sintonia fin da subito, quella sintonia che permette di avere pensieri diversi ma resi pienamente comprensibili da una profonda affinità di valori.
Si parlava di sentimenti d’amore e di come fossero sempre più difficili, quasi impossibili, con probabilità ancora più scarse di quelle che potrebbero veder vincere il primo premio di un concorso nazionale. Lei si rimproverava il fatto di avere un difetto, quello di lasciarsi coinvolgere dal primo abbaglio di tenerezza, di sprofondare nel sentimento al suo primo, luminoso, manifestarsi.
E nel mentre in cui lei lo diceva, nella mia mente si figurava la risposta. Ossia che ciò non fosse certamente imputabile alla sua preziosa propensione alla dolcezza, ma era piuttosto la mera costatazione dell’esistenza di due opposti che difficilmente riusciranno mai ad incontrarsi se non per caso fortuito.
Il mondo è di fatto diviso in due. Da una parte ci sono le persone che al primo barlume di sentimento esclamano “…meraviglia!” e si tuffano a capofitto dimenticando paure, buon senso e razionalità, che lanciano cuore in avanscoperta e bramano di potersi finalmente immergere in questo balsamo rigenerante. Dall’altra parte sono schierati quelli che allo stesso primo barlume urlano “…paura!” e fuggono a gambe levate, terrorizzati dal quel che provano, appesantiti da catene invisibili le cui maglie sono forgiate dal coinvolgimento.
La motivazione che potrebbe stare alle basi di questo bizzarro comportamento? Ci ho riflettuto sopra a lungo e poi sono giunta alla conclusione che per quanto possa sembrare assurdo, la motivazione sia esattamente la stessa, ossia “il timore di perdere qualcosa di magico che possa stravolgerci la vita”. I primi tentano di acciuffarlo per non lasciarselo sfuggire, i secondi lo fuggono proprio per non rischiare di restarne privati un giorno.
Impossibile incontrarsi dunque, se non in quell’istante meraviglioso in cui il cuore dismetterà le vesti grigie e cupe della paura per abbigliarsi coi folgoranti colori del coraggio, scontrandosi con precisione millimetrica proprio nel punto in cui… uno si butta e l’altro fugge. Ecco, esattamente lì, da quel cozzare frontale e apparentemente devastante potrebbe nascere qualcosa di bello, di magico, di unico. Davvero.